La ex cartiera Carnali si trova sulla strada della Chiovata, che attraversa il complesso. l’edificio è caratterizzato da una struttura molto complessa e articolata. Il lato sud est è costeggiato dal fiume Menotre, sfruttato in passato per ricavare la forza motrice necessaria alla produzione della carta.
Il complesso anticamente era caratterizzato dall’antica cartiera e, sul lato nord-ovest, era adibito ad abitazione.
La produzione della carta si articolava su cinque piani: 2° piano sotto strada, l° piano sotto strada, piano l° livello, piano 2° livello, piano 3° livello. È stato possibile rintracciare all’interno del 2° piano sotto strada, dove probabilmente si svolgevano le fasi lavorative della carta, antichi macchinari di grosse dimensioni.
Le strutture murarie sono caratterizzate da diverse tipologie costruttive come ciottoli di pietrame sbozzato misto a laterizio e mattoni pieni a malta costituita da calce e inerti. Vi sono anche delle pareti di roccia affioranti, poste a ridosso di terrapieni. I soffitti di copertura sono costituiti da volte a padiglione e a botte in mattoni e in pietra. Nel l° piano sotto strada la struttura muraria è caratterizzata da ciottoli di pietrame e laterizio; i soffitti sono costituiti da volte a padiglione in pietra e a volte a botte in laterizio. I solai dei magazzini e dei locali per il macero, che erano posti a sinistra e a destra della strada, sono in legno. A sinistra della strada, nei locali a sud-ovest, più vicini al fiume, si trovavano i locali macchine, che a causa degli eventi sismici del l997 sono crollati. Si hanno testimonianza di due passaggi sotterranei, che conducevano al deposito di lignite, ma attualmente gli accessi so- no chiusi dall’esterno.
Il piano del l° livello, posto a piano campagna, è caratterizzato da murature in ciottoli, pietrame e laterizio con malta costituita da calce e inerti. Alcune indagini storiche hanno permesso di stabilire che la grande sala utilizzata per la cernita della carta da macero, posta di fronte al piazzale di ingresso e alla cappella, ha subito vari crolli e non è più stata ricostruita. Il fatto è testimoniato dalla presenza di archi tamponati. Questo piano era in alcune zone residenziale ed è possibile stabilirlo grazie alle caratteristiche strutturali dei solai formati da travi in legno e pianelle.
Il 2° livello del complesso ha le strutture murarie caratterizzate da ciottoli di pietrame e laterizio con malta costituita da calce e inerti. I locali vicini alla cascata sono in pietrame a sacco e i solai erano formati da pianelle e travi in legno, che sono crollati. Le coperture della zona, che era adibita ad abitazione, erano formate da strutture lignee, ora cadute quasi totalmente; provvisoriamente le stanze sono state coperte con pannelli di eternit.
Il 3° livello è caratterizzato da murature in pietrame a sacco con malta di scarsa qualità. Le coperture, tutte crollate, erano caratterizzate da Capriate e travi di legno e pianelle.
L’antica cartiera denominata “La Chiovata” non ha una datazione certa, ma già nel XII si possono trovare notizie che testimoniano la presenza dell’edificio a Pale, lungo la via che da Foligno conduce nelle Marche. l monaci Benedettini costruirono l’abbazia di Sassovivo e seguendo i detta- mi della loro Regola iniziarono a sfruttare l’energia delle acque del fiume Menotre per lavorare. Già nella prima metà del XIII secolo la produzione di mulini e laboratori tessili garantiva lo sviluppo commerciale della popolazione stanziata intorno all’importante abbazia di Sassovivo.
I laboratori di tessuti, o meglio fabbriche di panni dette anche “gualchiere”, si trasformarono in cartiere nel XIV secolo, fenomeno che interessò anche la cartiera “LaChiovata”. Il manufatto è stato costruito nel luogo dove i monaci Benedettini trovarono gallerie e grotte preesistenti che sembravano essere state utilizzate in tempi remoti per culti pagani. Queste grotte permisero ai monaci di sviluppare l`edificio con una particolare architettura a tre piani.
Nel corso del XV secolo la proprietà della cartiera passò nelle mani della potente famiglia Trinci di Foligno che continuò la produzione di ottima carta da straccio. Nel XVII secolo la proprietà passò alla famiglia dei marchesi Elisei, che ne fece la propria residenza ampliando con altri corpi di fabbrica il centro produttivo e residenziale. La famiglia Elisei diffuse la conoscenza delle cascate di Pale, dell’Eremo di Santa Maria di Giacobbe e delle grotte, tanto che nell’edificio vennero ospitati illustri personaggi come la regina Cristina di Svezia nel 1652 e Cosimo III granduca di Toscana nel 1695.
Nel XVIII secolo il complesso fu dotato di una piccola chiesa denominata Santa Lucia del Ponte. Ad essa venne poi aggiunto un altro corpo di fabbrica che serviva ad ospitare i pellegrini che da Roma si recavano a Loreto passando per Pale. Nel 1904 sembra essere di proprietà di Alessandro e Abele Carnali che si evidenziarono come nuove figure di mprenditori cartari e intrapresero una nuova strada che prevedeva l’utilizzo di nuovi metodi e tecnologie.
Nella seconda metà del XIX secolo la cartiera “La Chiovata”, come tutte le altre attività cartarie della zona, venne interessata dalla crisi economica dato che Pale era fuori dai traffici commerciali principali e le Cartiere non erano state modernizzate con motori elettrici. Sino agli anni venti del Novecento la cartiera fu attiva grazie all’installazione di una turbina che servi a fornire l’energia elettrica necessaria al funzionamento dell’impianto.
[Attualmente l’edificio è di proprietà di Pietro Vitali, ma sino al l997, anno del terremoto, che ha provocato gravi danni, è stato di proprietà della signora Gabriella Pagliochini e di Maria Grazia Innamorati]
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